di Marco De Tomasi
Quello con Evangelos Paraschos, eclettico vignaiolo di origine greca, è stato per noi (mi sento di parlare anche a nome di Pietro) l’incontro più entusiasmante del 2009.
Evangelos ha scelto come propria terra di adozione le colline di San Floriano del Collio. E qui lavora alle radici ancestrali del vino, nel pieno rispetto dell’ambiente (in vigna non vi è uso di concimi o diserbanti e gli antiparassitari sono utilizzati solo se strettamente necessario) e recuperando in chiave moderna e consapevole antiche pratiche di vinificazione: lunghe macerazioni in tini aperti (anche per le uve bianche), nessun utilizzo di “aiuti” come lieviti selezionati, additivi o conservanti. Anche successivamente, i vini non vengono filtrati o chiarificati e non vi è aggiunta di anidride solforosa.
Il risultato è straordinario. Stilisticamente i vini possono essere equiparati ad altre “firme” della zona (Radikon per citare la più nota) ma parlano un proprio linguaggio, rendendosi pienamente riconoscibili e denotando grande opulenza.
Dalla visita effettuata in agosto ho portato a casa alcune bottiglie. Venerdì sera ho deciso di aprire un Not 2006, pinot grigio vinificato in rosso.
Limpido colore ambra-rosa. Profumi intensissimi ed inebrianti, frutta secca (evidentissime le nocciole), resina, pasta di pane cruda. In bocca è imponente, definito e di grande pulizia. L’elevata acidità viene ben equilibrata dall’alcolicità. La persistenza è lunghissima.
Alcuni suggerimenti di abbinamento: baccalà alla vicentina, anguilla in umido, piatti a base di fegato grasso.
Fuori dai canoni, i vini di Paraschos sciolgono le emozioni. Emozioni intense, uniche delegate possibili nella lettura di questi prodotti.
Il piacere è trascendente.
Trascendente è la costante matematica che definisce la forma geometrica perfetta.
Pi greco.
La lettera che campeggia sulle etichette di questi vini.